venerdì 22 giugno 2012

Quando i soldi contano di più

(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

Il Dalai Lama farà visita a Milano dal 26 al 28 giugno e parteciperà al Forum di Assago alla due giorni dedicata agli insegnamenti per la via alla Felicità. In quell’occasione il Comune di Milano, come previsto orami da molti mesi, avrebbe conferito a Sua Santità, il Dalai Lama, la cittadinanza onoraria. Avrebbe dovuto, perché il sindaco Pisapia ha deciso e informato la sua giunta che tale onorificenza non sarà assegnata, in quanto sono state forti le pressioni verso il sindaco da parte delle autorità diplomatiche cinesi. L’ambasciatore cinese in Italia, Ding Wei, con una lettera a Pisapia, ha fatto capire che l’iniziativa in favore del Dalai Lama non era gradita a Pechino, e che se si fosse realizzata, il governo cinese avrebbe boicottato, anche economicamente, l’Expo 2015 che si terrà proprio a Milano. Il sindaco Pisapia si è dichiarato “costretto” a dover rinunciare ad assegnare la cittadinanza onoraria a Sua Santità (Roma e Venezia, recentemente avevano assegnato l’onorificenza, nonostante anche allora non fossero mancate le “minacce” cinesi). Per la cronaca Pisapia ha partecipato senza nessun disagio alla cena  della Fondazione Cina-Italia,  che si occupa principalmente di accordi commerciali e finanziari, svoltasi a Milano nei giorni scorsi.
Le cronache confermano anche un’altra notizia in merito. Il Dalai Lama sarà a Mirandola, per incontrare i terremotati, il 24 giugno, in quell’occasione nessun esponente del Comune di Bologna incontrerà Sua Santità. Bologna ha conferito dal 2008 la cittadinanza onoraria alla guida spirituale tibetana, ma non gli è mai stata data attribuita formalmente.
Sembra più facile (gradito?) andare a cena con politici ed imprenditori cinesi……
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venerdì 15 giugno 2012

Corno 'Africa: un continente alla ... deriva. La Dankalia etiopica potrebbe essere invasa dal Mar Rosso nel giro di pochi anni. A cura di Francesco Della Lunga


Si potrebbe pensare subito alle periodiche guerre che sono in corso in questo spicchio d’Africa Orientale di cui spesso abbiamo parlato. In realtà questa volta cambiamo totalmente scenario. La notizia è apparsa pochi giorni fa sul quotidiano online “MeteoWeb” e firmata da Daniele Infemi (se volete vedere alcune foto è possibile cliccare sul link http://www.meteoweb.eu/2012/05/continua-ad-allargarsi-lenorme-spaccatura-che-dal-2005-si-e-aperta-sulla-depressione-etiope-di-afar-preludio-per-la-formazione-di-un-nuovo-mare/136429/ ) ed è sembrata abbastanza clamorosa: il Corno d’Africa si starebbe staccando dal resto del continente africano verso l’Oceano Indiano e non alla velocità che contraddistinguono le ere geologiche: in pochi decenni questo movimento, evidenziatosi in maniera netta la prima volta nel 2005, potrebbe portare all’ingresso del Mar Rosso nella depressione dankala. La situazione sembra resa possibile da recenti spostamenti monitorati quotidianamente da geologi accorsi da mezzo mondo. E se questo accadesse, uno degli ultimi luoghi più selvaggi, misteriosi ed incredibilmente affascinanti della Terra potrebbe scomparire nel volgere di un batter d’occhio. E’ noto che l’area interessata a questi movimenti tettonici fa parte del Gran Rift, ovvero di quella grande cicatrice che parte da Israele, sul Mar Morto, percorre una buona metà del Mar Rosso, entra nella regione del Corno d’Africa in Eritrea, abbracciando il territorio della Dankalia e prosegue a sud interessando tutta l’Etiopia, il Kenia, le regioni dei Grandi Laghi, fino ad arrivare sull’Oceano Indiano in Mozambico. E’ però vero che una frattura sulla crosta terrestre di queste dimensioni nel giro di pochi anni è davvero impressionante. La fenditura che parte dunque dalla depressione Dankala, a nord, al confine con l’Eritrea, è lunga circa sessanta chilometri. Dal 2005 ad oggi la frattura ha continuato ad allargarsi e molti studiosi pensano che presto potrebbe crearsi addirittura un nuovo braccio di mare fra l’Eritrea e l’Etiopia. Un viaggiatore che ha visitato la regione recentemente ha riferito che il braccio di mare potrebbe anche essere costruito artificialmente senza grandi sforzi perché la distanza della frattura dalla costa del Mar Rosso disterebbe circa 33 chilometri ed il dislivello sarebbe di circa 40 metri, sufficienti a generare un mare anche abbastanza profondo. D’altra parte, secondo alcuni studiosi, il sale che caratterizza vaste zone del deserto dancalo e che forma alcune delle aree più caratteristiche ed affascinanti, dimostrerebbe che molti secoli addietro il mare avrebbe già invaso la depressione. Nulla di nuovo quindi. Gli italiani che arrivarono per primi in Eritrea e la colonizzarono, all’inizio del secolo scorso, avevano già pensato ad un progetto faraonico, per i tempi, caratterizzato dall’ingresso del Mar Rosso nella depressione dankala con l’obiettivo di rendere più salutari queste aree, e con l’intento di modificare il clima rendendolo più umido, per favorire le coltivazioni. Il tutto parrebbe possibile, stavolta senza l’aiuto dell’uomo.

Basi segrete USA in Africa

(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

Il Washington Post ha rivelato che l’amministrazione USA avrebbe allestito basi segrete in Africa per contrastare il terrorismo di Al-Qaeda. Si tratterebbe di una rete di piccoli aeroporti tramite cui controllare i nascondigli dei terroristi nel deserto del Sahara e nella giungla centro africana. Le basi sarebbero 12, operative dal 2007. La centrale operativa di questa rete è a Ouagadougou, in Burkina Faso, che opera anche sul Mali, Mauritiana e Maghreb . Le missioni sono svolte tramite piccoli aerei disarmati, ma dotati di un’alta tecnologia di rilevazione. Gli aerei sono “guidati” da terra dall’azione di personale paramilitare (contractor privati) e da reparti speciali degli eserciti di alcuni paesi africani, il tutto coordinato dalle US Special Operation Forces.
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DOMENICA 17 GIUGNO - Presentazione del libro: "SU LA TESTA ARGENTINA"

DOMENICA 17 GIUGNO
Ore 17.30
La Libreria CUCULIA
In Via dei serragli 3/r a Firenze
In collaborazione con   
con Progetto Polemos
Presenta il libro
SU LA TESTA ARGENTINA
Deseparecidos e recupero della memoria storica
di
Orlando  Baroncelli

Con Proiezione dedicata alle madres e alle abuelas della plaza de Mayo
Intervengono:
Moreno Biagioni
(archivio dei movimenti di Quartiere di Firenze)
Bruno   Davanzo
(Direttore Centro studi sull’America Latina di Firenze)
Introduzione    Elba De Vita
(Progetto Polemos )

Tel. +39 055 2776205 - Email:info@cuculia.it

mercoledì 13 giugno 2012

Mario Monti membro del Club Bilderberg (?)

(fonti: Libera il Libro – Internet), a cura di Roberto Di Ferdinando

Il Club di Bilderberg (o Gruppo di Bilderberg o Conferenza di Bilderberg), è un vertice-incontro non istituzionale e non ufficiale, a inviti, che si svolge annualmente in un hotel  di lusso, a girare in Europa, Stati Uniti e Canada. Partecipano circa 130 persone, influenti nel mondo economico, politico e bancario; la lista dei partecipanti è pubblica, ma non sono resi noti i lavori della riunione e non esiste alcuna registrazione di ciò che vi si discute. Dato questo mistero che aleggia sui temi trattati e, vista l’importanza dei partecipanti, la mancanza di pubblicità sulle conclusioni del vertice, molti analisti accusano il Club di prendere decisioni di “nascosto” e lo accusano di complottare decidendo i destini politici ed economici dei singoli paesi (Daniel Estulin, Il Club Bilderberg – La storia segreta dei padroni del mondo, Arianna Editrice).
 Il Club prende il suo nome dall’albergo che ospitò la prima conferenza, il 29 maggio 1954, appunto, l’hotel de Bilderberg a Oosterbeek, in Olanda. Quella conferenza nacque con l’intento di riunire le forze disposte a supportare la collaborazione tra Europa e Stati Uniti, in un periodo in cui nel Vecchio Continente, si stava diffondendo un certo antiamericanismo. A quella riunione partecipò anche Walter Bedell Smith, allora capo della CIA, oltre a 50 delegati da undici paesi europei, insieme ad undici rappresentanti statunitensi.
Da quella data la Conferenza opera nello stesso modo. Si compone di una commissione permanente (steering Committee), della quale fanno parte due membri di circa 18 paesi, e da un consiglio direttivo, eletto ogni 4 anni. Oltre alla figura del presidente della commissione esiste anche quella del segretario generale onorario.
L’ultima conferenza si è svolta nel giugno del 2011 a Saint Moritz, in Svizzera. In quell’occasione partecipò anche l’attuale presidente del Consiglio, Mario Monti, che da quella data è membro del Consiglio direttivo. Monti è stato presente anche nelle riunioni del 2009 e 2010, allora presidente dell’Università  Bocconi. Degli interventi di Monti, ovviamente non esiste alcuna registrazione.
L’attuale premier, non è e non è stato recentemente l’unico italiano a partecipare ai vertici misteriosi. Infatti dalla lista pubblica dell’ultimo Club appaiono tra i presenti: Giulio Tremonti, allora Ministro dell’Economia, Franco Bernabè (Telecom), John Elkann (FIAT) e Paolo Scaroni (ENI).
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Daniel Estulin, Il Club Bilderberg – La storia segreta dei padroni del mondo, Arianna Editrice

martedì 12 giugno 2012

La crisi della "Cesare Alfieri" di Firenze

La Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri"di Firenze è quella che ci ha laureati, che ci ha dato soddisfazioni ed anche illusioni. Non sempre le illusioni sono negative, spesso i percorsi intrapresi sulla spinta di aspirazioni aprono altre strade non intuite con esattezza. Leggiamo che la Facoltà vive un momento di particolare disagio. Come laureati e sostenitori, anche se ormai lontani, della nostra vecchia Facoltà, ne siamo dispiaciuti. Questo è un articolo del “Corriere Fiorentino del 7 giugno scorso che postiamo per intero.
RI

l'articolo del Corriere Fiorentno del 7 giugno 2012

martedì 5 giugno 2012

Debito e critica dell'Occidente” - Intorno alle teorie di David Graeber

13 giugno 2012 - Per il ciclo: “Antropologia Bisestile - i mercoledì del patrimonio”

6° Incontro - “Debito e critica dell'Occidente” - Intorno alle teorie di David Graeber

Ore 15 - Aula 1, via Gino Capponi 7 - Firenze

Intervengono: Prof. Nicolò Bellanca, Scienze Economiche, Università degli studi di Firenze; Dott. Matteo Aria, Università degli studi di Roma “La Sapienza”. Discussant: Prof. Alessandro Simonicca, Università degli studi di Roma “La Sapienza”. Saranno presenti: Prof. Pietro Clemente, Università degli studi di Firenze; Prof. Alberto Sobrero, Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Per saperne di più: http://www.unifi.it/upload/sub/notizie/agenda/antropologia_13062012.pdf  Contatti: caterina.dipasquale@unifi.it

Crisi nuove, parole nuove

(fonte: Corriere della Sera) , a cura di Roberto Di Ferdinando
Spesso per descrivere una situazione nuova o straordinaria, sembra che il vocabolario attuale non basti, o forse non siamo in grado di utilizzarlo. Ecco quindi che siamo pronti a creare, coniare nuove parole, alcune con un accento più ironico, altre più duro, altre ancora più alto (aulico) oppure straniero; uno per ogni occasione. E siccome i soldi fanno girare il mondo (Occidentale), ecco che la maggiore creatività semantica si registra in questo ambito.
Ad esempio, per sottolineare la guida tedesco-francese dell’UE era stata coniata la parola, un po’ ironica, Merkozy, nata dalla fusione dei cognomi dei leader dei due paesi, Merkel e Sarkozy. Con la Cancelliera citata per prima, non per cortesia, ma perché all’interno di questa alleanza era la Merkel (la Germania) la più forte economicamente. Oggi, caduto Sarkozy, venuta meno questa alleanza, con una Francia, guidata da Hollande, scettico verso il rigore di Berlino, ecco venire meno anche l’uso della parola Merkozy. Ma si fanno avanti altre nuove parole, sempre a descrivere la particolarità di questa crisi economica (solo economica, oppure totale?), tra le ultime coniate, cito l’espressione “Grexit” (Greece+exit), cioè un neologismo per descrivere, con poche lettere, il rischio di uscita dall’euro della Grecia, e Spanic (Spain+panic), per rappresentare il panico spagnolo per la crisi bancaria.
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lunedì 4 giugno 2012

Costi e benefici delle medicine complementari

(fonte MC – Toscana), a cura di Roberto Di Ferdinando

In periodo di “spendig review”, espressione inglese per indicare in maniera più gentile, il brutale termine di tagli alla spesa pubblica, sono state rivalutate e prese in maggiore considerazione alcune ricerche-studi sui costi e, ancor più importante, sui benefici delle medicine complementari o alternative.
Dalla pubblicazione MC Toscana, riporto qui alcuni interessanti dati tratti da ricerche internazionali.
L’European Journal of Healt Economics ha effettuato un’indagine confrontando medicine complementari e medicine ufficiali su un campione di 1.913 medici. Il risultato è stato che i pazienti di medici formati in medicina convenzionale spendono meno anche del 30% in sanità (ricoveri più brevi, meno farmaci prescritti) e vivono più a lungo, anche qui più del 30%.
Uno studio britannico (Spence  DS, Thompson EA, Barron SJ, “Homeopathic treatment for chronic disease: a 6 year università-hospital outpatient observational study” – J Altern Complement Med.) ha preso in esame il consumo di medicinali convenzionali prima e dopo un trattamento omeopatico  su 500 pazienti in cura presso il Royal London Homeopathic Hospital. Il 29% dei pazienti ha sospeso, dopo il trattamento omeopatico, la cura convenzionale, il 32% lo ha interrotto, il 33% ha mantenuto la stessa quantità, mentre il 6% ha aumentato le quantità.
Un altro studio inglese ha seguito le spese in farmaci convenzionali e omeopatici di 100 pazienti per 4 anni, la spesa in medicine complementari è risultata economica di 100 euro per paziente. Ed i benefici?
Lo studio di Van Wassehoven e Ives del 2004 (An observational study of patients receiving homeopathic treatmen – Homeopathy) ha evidenziato che le terapie omeopatiche hanno costi più contenuti e molti pazienti hanno sospeso l’utilizzo di  prodotti di sintesi. Ed ancora, i risultati della ricerca tedesca di Claudia Wiit e colleghi (Outcome and costs of homeopathic and conventional treatment strategies: a comparative color study in patients with chronic disorders – Complementary Therapies in Medicine), hanno evidenziato che in gruppi di pazienti simili, i soggetti curati con medicinali omeopatici presentavano risultati clinici migliori a parità di costo di quelli trattati con cure chimiche.
Paterson e colleghi (Treating dyspesia with acupunture and homeopathy: reflections on a pilot study by researchers, practioners and participants 2003 – http://www.sciencedirect.com/) hanno presentato un loro studio in cui l’agopontura ha evidenziato costi ed efficacia simili a quelli della medicina ufficiale nel trattate la dispepsia (difficoltà di digestione e gravi conseguenze).
Il rapporto “The role of Complementary and Alternative Medicine in the NHS – an investigation in to the potential contribution of mainstream complementary terapie to healthcare in the UK (2005) di C. Smallwood, ha concluso che diverse medicine complementari consentono di realizzare risparmi della spesa sanitaria e che alcune di esse possono essere più efficaci della medicina convenzionale nel trattamento di patologie croniche e psicosociali e nelle cure palliative del dolore e nausea.
Infine un esempio italiano. La ricerca svolta dall’ambulatorio omeopatico dell’ASL 2 di Lucca (E. Rossi, Cost-benefit evaluation of homeopathic versus conventional therapy in respiratory diseases – Homeopathy – 2009) su pazienti con allergie respiratorie, ha indicato che le terapie complementari hanno determinate una riduzione del 72,96% il primo anno di cura e del 68,20% nel secondo, mentre la spesa di  cure farmacologiche è aumenta del 12% il primo anno e del 45,2% nel secondo.
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Il Festival del Viaggio 2012 - Conferenze

Il Festival del Viaggio 2012
alla Sezione di Antropologia e Etnologia del Museo -Via del Proconsolo, 12 – Firenze

7 giugno, ore 18 (ingresso gratuito)
Kibbutz 3000: La prima Israele (conferenza)
Presentazione del libro di Enrico Catassi e Alfredo De Girolamo
Intervengono: Enrico Catassi, esperto cooperazione internazionale; Alfredo De Girolamo, presidente Cispel Toscana; Vittoria Franco, Senatore della Repubblica; Ugo Caffaz, storico. Coordina Gigi Riva (L’Espresso)
Fondati nel 1910, nell’immaginario sembrano appartenere ad un lontano passato. Il libro ci restituisce, invece, un’immagine fresca e vivace delle istituzioni israeliane. Oggi ne esistono circa 270 che continuano a sperimentare con successi alterni forme di comunità o di produzione più o meno collettiva o cooperativa.

9 giugno, ore 17.30 (ingresso gratuito)
Dhe non deve morire - documentario di Stefano Ardito (30’)
Il Mustang, un angolo di Tibet tra i più belli dell’Himalaya, a causa del cambiamento climatico globale è a rischio desertificazione. I campi della comunità di Dhe, villaggio a 4.000 metri di quota, sono ormai troppo aridi per essere coltivati. Oltre a raccontare con immagini il dramma di questi luoghi, si cerca di fare il punto su cosa stia accadendo al nostro pianeta con interviste a climatologi e ricercatori in India, Nepal ed Europa.

Organizzazione: Società dei Viaggiatori, Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze
Programma completo: http://www.msn.unifi.it/Article642.html

Presentazione del libro: “BREVE STORIA DELL'ECONOMIA”

“BREVE STORIA DELL'ECONOMIA”
Da Aristotele a Smith da Marx a Keynes
di ALESSANDRO TERZANI

Presentazione del libro “BREVE STORIA DELL'ECONOMIA”- Da Aristotele a Smith da Marx a Keynes di ALESSANDRO TERZANI, che si terrà giovedì 7 giugno prossimo, alle ore 17:30, presso il Consiglio Regionale della Toscana, Palazzo Panciatichi, Sala Affreschi– Via Cavour, 4 – Firenze.

              
Interverranno Aldo Bompani, Docente di economia degli intermediari finanziari-Università degli studi di Firenze e Domenico Iaria, Docente di diritto amministrativo-Università di Siena.