domenica 29 giugno 2008

Notizie dal Medio Oriente: Iran-Israele, nemici, ma amici in affari

Israele ed Iran sono nemici, ma stringono affari per il commercio dei pistacchi. Gli USA svelano il traffico e accusano Gerusalemme.
di Roberto Di Ferdinando

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nelle settimane scorse il governo statunitense ha protestato ufficialmente, con una lettera dell’ambasciatore Richard Jones, verso il governo israeliano, accusandolo di scambi commerciali con l’Iran. Elemento del contendere sarebbe il commercio di pistacchi. Gli israeliani infatti sono i più grandi consumatori di pistacchi e Israele, secondo dati USA, importerebbe l’83% del proprio fabbisogno dall’odiato Iran, tramite la Turchia, e solo il 5% dagli Stati Uniti. Al di là delle critiche americane per le violazioni delle privilegiate relazioni commerciali tra i due paesi alleati (USA-Israele), che portano ad una notevole perdita economica per i produttori nord-americani, Washington fa inoltre notare come l’importazione israeliana dei pistacchi dall’Iran permetta a Teheran di ottenere valuta pregiata, annualmente circa 20 milioni di dollari, e così, indirettamente, contribuisca al programma nucleare iraniano. Quindi gli USA hanno chiesto al governo israeliano una condotta diversa, difatti Israele da anni chiede alla comunità internazionale dure sanzioni economiche contro l’Iran e poi effettua scambi commerciali con Teheran, che è, a sua volta, il paese che quotidianamente minaccia la distruzione di Israele.
Da parte sua il governo israeliano ha comunicato che il fabbisogno nazionale di pistacchi è soddisfatto dalle importazioni turche e non iraniane. Ma tali affermazioni sembrano aver acuito ancor di più la polemica tra Washington e Gerusalemme; infatti, secondo il Dipartimento per l’agricoltura americano, il pistacco turco è quasi interamente consumato localmente o esportato in Europa e negli USA.
RDF

Anonimo ha detto...

Bellissima questa guerra dei pistacchi. E' però interessante notare che, al di là di quello che si sente e si legge nelle redazioni dei giornali in Europa, i commerci non conoscono barriere. Nemmeno fra acerrimi nemici che si promettono, tutti i giorni, ogni tipo di distruzione. Questo lascia aperta una speranza: che alla fine anche il Medioriente riesca a trovare una sua stabilizzazione. Certo, un modello tipo l'UE sarà improponibile perchè in quell'area ci sono già Turchia ed Israele che rientrano, la prima ad intermittenza, anche se saldamente dentro la NATO, la seconda, a pieno titolo nell'Europa politica, anche se non in quella geografica. Che Washington, per tornare all'articolo, sia irritato perchè i pistacchi iraniani sono più buoni dei loro? Se dovessimo andare a Gerusalemme, cercheremmo senz'altro un pistacchio iraniano, così tanto per soddisfare palato e curiosità, non senza aver assaggiato prima quello di Washington.
FDL