domenica 31 marzo 2013

E' nato il sito di Recinto Internazionale



Cari lettori,
dopo quasi 5 anni, Recinto Internazionale lascia questa sua originaria "casa- blog", che ci ha dato molte soddisfazioni e ci ha fatto conoscere al mondo della Rete, per approdare alla versione sito. Eccoci debuttare da ieri con questo nostro nuovo sito, in parte da completare, ma pienamente  operativo. Chi volesse continuare a leggere i nostri commenti da ora in poi visiti:

http://www.recintointernazionale.it

Grazie ancora per seguirci  e leggerci.
Serenità
RI

venerdì 29 marzo 2013

Il nastro giallo


Testo di Roberto Di Ferdinando



La Marina Militare italiana ha dedicato una pagina del suo sito (http://www.marina.difesa.it/Conosciamoci/Notizie/Pagine/20120307_yellowribbon.aspx ) a i due marò trattenuti in India, tramite web e mail gli utenti che lo desiderano possono inviare messaggi di supporto e vicinanza ai due nostri militari, per “non lasciarli soli” come si legge nell’intestazione. La pagina contiene anche l’immagine di un nastro giallo che ormai è divenuto il simbolo internazionale di sostegno a tutti quei servitori dello Stato che si trovano in situazioni di prigionia o di non libertà all’estero. Il film premio Oscar, Argo, che narra il sequestro del personale dell’ambasciata statunitense a Teheran del 1979, ha ricordato questa usanza di esporre il nastro giallo, un gesto molto patriottico e che richiama l’unità nazionale. Un gesto però che ha origini molto remote. Tanto che proprio dal sito della Marina è ricordato come nell’antichità, già a Pompei, si usasse legare un nastro di questo colore intorno ad un albero per simboleggiare l’attesa di un amore partito.
Nel XX° secolo, una canzone militare del 1917 di George A. Norton, si intitolava così: Round Her Neck She Wears a Yeller Ribbon (For Her Lover Who Is Far, Far Away) ("Lei porta un nastro giallo intorno al collo per il suo innamorato che è assai lontano").
Più recentemente, nella vicenda degli ostaggi americani a Teheran, Penelope Laingen, moglie del funzionario degli esteri più anziano in ostaggio, legò un nastro giallo intorno ad un albero nel prato della sua casa, il gesto, ripreso dalle televisioni e racconatato dalla stampa nazionale ed internazionale fece sì che nel giro di pochi giorni i nastri gialli iniziarono ad essere esposti un po’ ovunque nei luoghi privati e pubblici statunitensi.
Nel 1990, durante la prima Guerra del Golfo, i nastri riapparvero negli USA, insieme allo slogan "Sostieni le nostre truppe" (Support our troops), così come nel 2003 nell’invasione dell’Iraq.

RDF

mercoledì 27 marzo 2013

Le troppe attenzioni su Cipro


(fonte: Corriere della Sera), testo di Roberto Di Ferdinando

In queste settimana è toccato a Cipro essere al centro delle cronache finanziarie dell’Unione Europea. Ma è solo questione di bilanci? Non sembra, infatti, contemporaneamente allo scoppio della crisi economica, intorno a Cipro si sono attivati non solo i revisori dei conti comunitari, ma anche le marine militari di molti paesi. Perché Cipro, grazie al suo particolare regime finanziario, non è solo un “paradiso fiscale” (presenti ingenti capitali russi, inglesi, tedeschi e olandesi), ma anche un’isola che siede su un vero e proprio tesoro naturale: il “campo di Afrodite”, cioè un gigantesco giacimento di gas (200 miliardi di metri cubi, per un valore di 61 miliardi di euro) che può soddisfare il 40% della domanda dell’UE. E Cipro, in grossa difficoltà finanziaria, sta pensando di mettere sul tavolo dei negoziati con Bruxelles, le concessioni di questa enorme risorsa naturale. Ed ecco così l’arrivo dei russi. Infatti, a largo delle coste cipriote da alcuni giorni operano alcune navi della flotta russa del Mar Nero, ma anche la Cina si è mossa, ma senza armi, mentre la Turchia, ha fatto pressioni su Nicosia perché i vantaggi dello sfruttamento vadano anche alla minoranza turca di Cipro. Non manca alla festa neanche Israele che vuole sfruttare il tesoro e così rendersi indipendente energeticamente. Secondo il diritto internazionale ogni paese può sfruttare le risorse naturali fino ad una distanza massima di 200 miglia, ma Cipro e Israele distano 140 miglia e quindi anche Israele può avanzare diritti su questo gas. Così, il “campo di Afrodite” più che una risorsa sembra essere un problema ulteriore per uno delle più calde aree del mondo.
RDF

lunedì 25 marzo 2013

4 aprile - Convegno: La Russia e la Dinastia Romanov


Convegno Internazionale di Studi

LA RUSSIA 
E LA DINASTIA ROMANOV

Celebrazione Scientifica dedicata all'Avvento al Potere della
Dinastia Romanov alla Guida della Russia Zarista


Luogo: Roma, Palazzo Santacroce, Centro Russo di Scienze e Cultura, piazza Benedetto Cairoli 6
Data: giovedì 4 aprile 2013, ore 10.00/19.00
Patrocini: Regione Lazio, Consiglio Regionale; Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico; Ambasciata della Federazione Russa nella Repubblica Italiana
Organizzazione: Associazione Culturale “L'albatros”; Centro Russo di Scienze e Cultura
Main sponsor: Sberbank di Mosca

«Per capire le cause degli avvenimenti attuali è indispensabile conoscere la storia, vedere la interconnessione tra passato e presente. Secondo me è un dovere di ciascuno di noi saper apprezzare l’eredità lasciataci dagli antenati, studiarla, passarla alla generazione successiva. Questa questione deve essere sempre al centro dell’attenzione, sia a livello statale, sia a quello civile che a livello delle grandi aziende. Proprio per questo motivo la Sberbank di Mosca sostiene i progetti che aiutano a studiare la nostra storia e conoscere i modelli della cultura russa. Riteniamo che questa sia la nostra funzione pubblica. I 400 anni dal momento dell’instaurazione in Russia della dinastia dei Romanov è un avvenimento importante non soltanto per noi russi. Con l’ascesa al trono dei Romanov la Russia divenne una grande potenza che cominciò a svolgere un ruolo importante in Europa e nel mondo. Sono certo che la conferenza di Roma dedicata ai 400 anni dei Romanov aiuterà a vedere in modo nuovo la Russia zarista e a quei profondi rapporti reciproci esistenti tra la cultura italiana e russa».
Maksim Poletaev
Vice presidente della Sberbank della Russia
Direttore della Sberbank di Mosca

«A ogni rappresentante della dinastia dei Romanov nel corso di 300 anni è accaduto di avere a che fare in maniera particolare con l'Italia. (…). Le donne, le imperatrici russe, ugualmente apprezzavano l'Italia non meno dei loro mariti zar. Gli storici non registrano fatti riguardanti legami spirituali verso l'Italia né di Elisabetta I Petrovna né di Caterina II. Tuttavia, la moglie dell'imperatore di tutte le Russie Alessandro II, Marija Aleksandrovna, durante la vacanza in Liguria, scelse di risiedere a San Remo per curare la tubercolosi. (…) Nel 1909 c'è stata la visita dell'imperatore Nicola II al re d'Italia Vittorio Emanuele. In quella occasione fu firmato a Racconigi l'accordo di cooperazione nello scacchiere dei Balcani e del bacino del Mediterraneo. Da ultimo, recentemente, il 9 giugno 2012 nella città siciliana di Taormina è stato scoperto un busto dell'imperatore Nicola II. Quando la notizia del terremoto in Sicilia nel 1908 raggiunse il monarca russo, egli ordinò di portare immediato soccorso agli Italiani. Egli aveva chiaro che la presenza di poche centinaia di marinai sarebbe stata più importante per il rafforzamento dei rapporti con il popolo italiano che i suoi diplomatici nel corso di tutti gli anni».
Oleg Osipov
Direttore Centro Russo di Scienze e Cultura

«La Russia non è più una fantasia. Sono trascorsi circa 150 anni da quando Fëdor Dostoevskij sosteneva che questa fantasia era legata alla conoscenza limitata di quel grande paese. Molta strada è stata percorsa e oggi la Russia è percepita da tutti come una grande realtà geo-politica e socio-economica, non più ostile e minacciosa per tanta parte dell'Occidente, ma una grande realtà in tutti i sensi. La sua storia, la cultura e l'arte sono in effetti patrimonio dell'umanità. Basti ricordare i nomi di Puškin, Gogol', Tolstoj, Dostoevskij, Čajkovskij, Stravinskij, Čechov, Gor'kij, Kandinskij, Malevič, Eizenštejn e Tarkovskij per capire il contributo fondamentale alla storia dell'umanità. L'Associazione Culturale “L'albatros” è impegnata da molti anni in Italia a promuovere la conoscenza della Russia e a questo scopo risponde l'organizzazione della giornata di studi in occasione delle celebrazioni dell'ascesa al potere della dinastia Romanov. L'augurio è che il sostegno di Sberbank, a cui va la riconoscenza e la gratitudine per avere reso possibile l'iniziativa romana, possa continuare nel prossimo futuro. Questa è la dimostrazione del positivo rapporto che deve esistere tra impresa economica e cultura. È un merito di Sberbank avere scelto la cultura come veicolo di conoscenza e di sapere per rafforzare i legami di collaborazione e di profonda amicizia tra i due Paesi».
Agostino Bagnato
Presidente Associazione Culturale “L'albatros”


PROGRAMMA

Ore 10,00
saluti
Oleg Osipov, Direttore Centro Russo di Scienze e Cultura
Dino Gasperini, Assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale
Maksim Poletaev, Vice presidente Sberbank della Russia, Presidente Sberbank di Mosca
Nicolaj Romanov, discendente della famiglia zarista

COORDINATORE
Agostino Bagnato, giornalista, scrittore, presidente Associazione Culturale “L’albatros”

interventi
Aleksej Bukalov, giornalista, scrittore, direttore ITAR TASS di Roma
La storia della Russia attraverso i suoi protagonisti dal XVII al XX secolo

Franco Ferrarotti, sociologo, scrittore, Accademia Nazionale dei Lincei
Sociologia del potere nella Russia degli zar

Ljudmila Nikitič, docente di filosofia, Università “Kosygin” di Mosca
Percezione della storia nella Russia contemporanea

Claudia Sugliano, giornalista, russista, traduttore
Figure di zar nella letteratura russa

Valerij Voskobojnikov, pianista, musicista, storico della musica
Gli zar nell’opera musicale russa

Eugenia Gaglianone, storica del cinema
Frammenti di un impero. La dinastia Romanov nel cinema russo e sovietico

Vincenzo Sanguigni, economista, Università degli Studi di Napoli “Parthenope”
Aspetti del commercio nella Russia zarista


Ore 13,30 buffet

0re 15,30
proiezione film: Russkij Kovčeg (L’arca Russa), 2002, di Aleksandr Sokurov, versione originale (sottotitoli in italiano)

0re 17,30
Inaugurazione della mostra fotografica su Vincenzo Noto, scudiero dello zar Nicola II.
Interviene Candido Greco, scrittore

0re 18,00
concerto di musiche da camera
MIZAR TRIO D’ARCHI E PIANOFORTE
Čajkovskij, Borodin, Glier’e, Amani

mercoledì 20 marzo 2013

Gli studi fiorentini di Sandro Pertini



Testo di Roberto Di Ferdinando

“La Cooperazione” è questo il titolo della tesi di laurea di Sandro Pertini, il futuro Presidente della Repubblica, che la discusse, ventottenne, il 2 dicembre del 1924 all’Istituto di Scienze Sociali “Cesare Alfieri“ (l’attuale Facoltà di Scienze Politiche) di Firenze. Per anni si è creduta andata persa in seguito all’alluvione del 1966, invece, è stata recentemente ritrovata negli archivi dell’Ateneo Fiorentino, e questa copia rimane l’ultima esistente, in quanto quella personale di Pertini andò probabilmente distrutta nell’irruzione fascista nella sua casa di Stella negli anni Trenta. L’elaborato di Pertini si compone di 248 pagine di carta velina, in copia carbone e non ha la copertina. Sandro Pertini, già dottore in Giurisprudenza a Modena, fu ammesso al terzo anno della “Cesare Alfieri” e sostenne e superò otto esami in sei mesi (all’esame di Geografia, il professor Olinto Marinelli, il più importante geografico del periodo assegna al  giovane Pertini  18/30). Pertini decise di non sostenere gli ultimi 6 esami (allora era concessa tale opzione) e di anticipare così l’impegnativa tesi di laurea. La commissione di laurea era composta da autorevoli docenti: dall’economista Giovanni Lorenzoni, il direttore dell’Alfieri, dal professore di politica e legislazione economica, Riccardo Volta, e dall’economista Piero Marsili Libelli. Il voto di laurea fu di 84/110.
La tesi del giovane Pertini adesso è stata pubblicata in un libro dal titolo “Sandro Pertini, La cooperazione. Tesi di laurea discussa nell’anno 1924 presso l’Istituto di Scienze sociali «Cesare Alfieri» di Firenze” edito dall’associazione Ames e Legacoop Liguria, un testo critico a cura di  Sebastiano Tringali e con la prefazione del professor Paolo Fabbri.
Grazie alla collaborazione della Biblioteca di Lettere della Biblioteca Umanistica dell’Università degli Studi di Firenze, è stato possibile recuperare, digitalizzare e infine pubblicare la tesi di Pertini

“La cooperazione deve compiere nel campo operaio un'opera benefica e utile sia alla causa dei lavoratori che all'economia nazionale, deve indicare la via del lavoro e non della violenza. Lotta di lavoro e non lotta di classe” (un passaggio della Tesi di laurea di Sandro Pertini – fonte: Corriere della Sera)
RDF

Lo statino della carriera universitaria di Pertini

lunedì 18 marzo 2013

Il 21 Marzo 2013 - ELEZIONI POLITICHE 2013: ANALISI E PROSPETTIVE

IL CISE - CENTRO ITALIANO DI STUDI ELETTORALI

ORGANIZZA UN INCONTRO CON STUDENTI, DOCENTI E TUTTI GLI INTERESSATI

ELEZIONI POLITICHE 2013:
ANALISI E PROSPETTIVE

Il 21 Marzo 2013 alle ore 16:00
Polo delle Scienze Sociali di Novoli – Aula D6/0.13 - Via delel Pandette, 32 - Firenze

Presenteranno i dati:
Matteo Cataldi, Federico De Lucia, Vincenzo Emanuele, Nicola Maggini, Aldo Paparo
(collaboratori del CISE - Centro Italiano di Studi Elettorali)

Seguirà una tavola rotonda alla quale interverranno:
· Prof. Mario CACIAGLI (DSPS - Università di Firenze)
· Prof. Alessandro CHIARAMONTE (DSPS - Università di Firenze)
· Prof. Roberto D’ALIMONTE (Università LUISS «Guido Carli»)
· Prof. Lorenzo DE SIO (Università LUISS «Guido Carli»)
· Prof. Carlo FUSARO (DSG - Università di Firenze)

domenica 17 marzo 2013

L’ambasciatore italiano “trattenuto” in India


(fonte: Corriere della Sera), testo di Roberto Di Ferdinando

La vicenda dei due marò in India, sta diventando oltre che molto lunga nei tempi ed incerta sugli esiti legali per i due militari, anche drammaticamente confusa e quasi ingestibile. Infatti, oggi stiamo commentando un caso raro nel mondo diplomatico. L’ambasciatore italiano in India e Nepal, Daniele Mancini, è trattenuto nel subcontinente asiatico, quindi non può uscire dal paese, nonostante sia persona non “gradita”dal governo indiano. Questo perché Roma non farà rientrare i due marò in India, dopo aver ottenuto un permesso di 4 settimane in Italia per esercitare il loro diritto di voto. I rapporti diplomatici Italia-India così sono a livelli minimi. L’ambasciatore Mancini non è più persona gradita in quanto aveva sottoscritto con il tribunale indiano competente del caso un accordo (ovviamente autorizzato dal governo di Roma) e quindi facendosene garante, che stabiliva che i due marò al fine del permesso sarebbero tornati in India. Pur non essendo gradito il diplomatico egli non può lasciare l’India , un quasi fermo. Inoltre l’India ha sospeso le procedure d’insediamento del proprio nuovo ambasciatore a Roma. Questo atteggiamento dell’India, però, viola l’immunità diplomatica garantita dalla Convenzione di Vienna del 18 aprile 1961, (http://www.unifi.it/offertaformativa/allegati/uploaded_files/2011/200011/B000114/Convenzione%20Vienna%20sulle%20relazioni%20diplomatiche%201961.pdf ), che recupera un antichissimo  principio (ne impediatur legatio), secondo il quale uno Stato non può adottare misure che impediscano le attività della missione diplomatica. Il rischio è che l’India stia “trattenendo” l’ambasciatore Mancini come pedina da usare per sollecitare il governo italiano a far rientrare in India i due marò.
L’ambasciatore Mancini, 60 anni, è giunto in India a gennaio 2013. Laureato in Scienze Politiche con il massimo dei voti e lode alla Sapienza di Roma è diplomatico dal 1978. Negli anni Ottanta ha lavorato a Baghdad, quale primo segretario, poi Madrid, Islamabad, Washington, Parigi, alla Nato e in Romania. Dal 1988 al 1993  faceva parte del gabinetto degli allora vari Ministri degli Esteri (Andreotti, De Michelis, Scotti, Colombo e Andreatta) e fino a dicembre 2012 è stato il consigliere diplomatico del ministro per lo sviluppo economico, Corrado Passera. Mancini è anche giornalista pubblicista con una varia produzione, dalle poesie  a temi storico-economici.
RDF

giovedì 7 marzo 2013

9 Marzo - LETTURA SCENICA DA TESTI DELLA RIVOLUZIONARIA RUSSA ALEXSANDRA KOLLONTAJ, LA PRIMA “MINISTRA” DELLA STORIA

La Fondazione il Fiore di Firenze celebra la festa delle donne il 9 marzo con ‘L’unica scelta possibile’ di Sabrina Faller dagli scritti di una protagonista della Rivoluzione d’ottobre. Ingresso libero

«La prima donna ministro della storia e la prima ambasciatrice». Può essere descritta così, attraverso questi due primati, la straordinaria figura di Aleksandra Kollontaj (S. Pietroburgo 1872 – Mosca 1952) che sarà celebrata dalla Fondazione il Fiore di Firenze per la festa delle donne 2013, nell’ambito del calendario organizzato dal Comune.
L’intellettuale e politica russa, che fu tra i protagonisti della rivoluzione sovietica, sarà ricordata il 9 marzo alle 17,30, nella Biblioteca delle Talpe della splendida sede della fondazione sulle colline di Bellosguardo, attraverso una lettura scenica a tre voci - con corredo di immagini, musiche e voci originali - de ‘L’unica scelta possibile’ di Sabrina Faller, tratto da alcuni importanti testi della Kollontaj. Gli interpreti sono Marina Zazo (che impersona Alexsandra Kollontaj), Annalena Aranguren (nei panni della sua insegnante Maria Strachova) e Luca Berni (a cui spettano tutti i ruoli maschili). L’ingresso è libero.
Al centro della vita di Alexsandra Kollontaj ci fu l’interesse per la condizione della donna. Saggista, oratrice, attivista politica, giornalista, visse in esilio percorrendo l’Europa e facendo tappa anche negli Stati Uniti, dal 1908 al ‘17, anno in cui partecipò con Lenin alla Rivoluzione d’ottobre. Nominata commissario per l’assistenza sociale, progettò una radicale riforma sanitaria, che prevedeva un sistema pubblico gratuito per tutto il Paese, ponendo l’accento sull’assistenza pre e neonatale per madre e bambino. Allontanata dalla vita politica per essersi schierata contro la nuova politica economica di Lenin, nel 1922 fu nominata ambasciatrice in Norvegia. Lavorò in ambito diplomatico fino al 1945, contribuendo ai trattati di pace dell’Urss con la Svezia e la Finlandia. Morì a Mosca nel 1952.
‘L’unica scelta possibile’ di Sabrina Faller, pur proponendo un’interpretazione originale del suo pensiero e della sua vasta opera, si fonda su testi noti e meno noti di Aleksandra Kollontaj. In particolare sull’Autobiografia; su una lettera, “Largo all’Eros all’alato!” (pubblicata nel 1923 su una rivista russa), in cui propone una nuova idea di amore che la rivoluzione bolscevica avrebbe dovuto fare propria; e su uno scritto quasi visionario (“Presto! Fra 48 anni”) che le fece ‘prevedere’ un ipotetico futuro.

Per ulteriori informazioni, Fondazione Il Fiore. Tel: 055 224774

Testo tratto da: http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=138704

mercoledì 6 marzo 2013

La debolezza militare dell’Europa


(fonte: Style-Corriere della Sera)

Ernesto Galli Della Loggia, in un suo articolo sull’ultimo numero del mensile Style (in abbinamento al Corriere della Sera), riporta alcune notizie interessanti riguardo la riduzione delle spese militari nei paesi europei. Ad esempio, il Capo di Stato Maggiore svedese, Sverker Goranson, ha denunciato che se la Svezia subisse un attacco convenzionale, le forze armate svedesi potrebbero sostenere il confronto militare per non oltre una settimana, e questo sarebbe dovuto al fatto che il bilancio della difesa della Svezia si è ridotto del 50% negli ultimi 15 anni, tanto da ipotizzare che Stoccolma possa perfino dover rinunciare ad una delle tre forze armate.
Altri dati curiosi. In Europa solo la Gran Bretagna e la disastrata (economicamente) Grecia (dopo gli USA e il paese NATO con il più alto bilancio militare rispetto al proprio PIL)  spendono il  2% del proprio PIL per la difesa (l’Italia spende l’0,80%), percentuale richiesta dagli USA perchè non ricadesse, sempre e solo sugli statunitensi, l’onere della “difesa” dell’Occidente (nella “sua” guerra in Mali, la Francia ha dovuto chiedere aiuto all’Italia per alcuni veicoli per trasportare le truppe perché non poteva disporne più di propri). L’Europa sta perdendo terreno anche nell’industria degli armamenti, a vantaggio degli USA. Il Vecchio Continente ancor più che nel passato rischia di dover dipendere per la propria difesa esclusivamente dagli USA. Unica realtà dinamica in Europa in campo di armamenti è la Germania. L’industria tedesca di armamenti impiega circa 80.000 persone e Berlino è la terza esportatrice di armi al mondo, dopo Usa e Russia. Infatti, negli ultimi anni i governi tedeschi, abbandonando i complessi passati del secondo conflitto armato,hanno dato il via libera alle esportazioni militari per 10 miliardi di euro. Nel frattempo l’UE non ha una politica estera ed un esercito comunitario…
RDF

martedì 5 marzo 2013

12 marzo 2013 - Presentazione Libro: "Il Capitale: critica dell'economia politica"


"Il Capitale: critica dell'economia politica" Opere complete, vol. XXXI La Città del Sole, 2011

A cura di Roberto Fineschi. Ne discutono con il curatore: Bruno Accarino e Sergio Caruso (Università di Firenze) coordina Manfredi Alberti (Università di Roma Tre)

ore 16,15 - Polo delle Scienze Sociali, Edificio D4, Aula 06, via delle Pandette, 35 Firenze